Anche noi abbiamo dovuto arrenderci alla tecnologia e creare un sito Internet che ci presenti alla popolazione e che racconti quello che è stato fatto negli anni. Ringrazio tutti i pompieri per il grande lavoro svolto a favore della comunità.
In piedi da sinistra: Pomp. Alvarez Henry; Pomp. Filippini Simone; Pomp. Pongelli Igor; Pomp. Scerpella Patrizio; Pomp. Corecco Matteo; Pomp. Bartoli Matteo; Pomp. Barelli Alex; Pomp. De Oliveira Nuno Da Silva; Pomp. Codiroli Ulla; Pomp. Murati Brahim; Pomp. Fidanza Manuel; Pomp. Ferrari Paolo; Pomp. Crivelli Manuela; Pomp. Marcionelli Nicola; Pomp. Demarin Jonathan
Seduti da sinistra: App. Ferrari Gianni; App. Lafranchi Pablo; App. Fattorini Elena; App. Ferrari Alberto; Cpl. Gabutti Elvis; Sgt. Ruggeri Stefano; Fur. Ghilardi Michele; Comandante, ITen. Ferrari Stefano; Aiut. David Simone; Sgtm. Morandi Ivan; Cpl. Leoni Giovanni; Cpl. Crivelli Alberto; App. Pongelli Edo; Pomp. Antonietti Fulvio
Assenti: Pomp. Cattani Moreno; Pomp. Bosshard Laio
“ Quanti rigordi per i püsee anzian, quanti magon,
per i amis perdüt dürant tanti ann...
quanti risct per salvaa la natüra, i person... ”
Il territorio della Carvina si estende a nord di Lugano e comprende la parte terminale della Valle del Vedeggio, da Sigirino ad Isone. Il nome è antichissimo e serve ad indicare un territorio difficile per l’agricoltura, aspro ed impervio, con il fondovalle ridotto (fino al secolo scorso) ad acquitrini e paludi. La storia ci testimonia di una lunga e difficile lotta tra uomini e natura, e la battaglia contro il fuoco occupa uno dei capitoli più complessi.
Gli antichi documenti ci ricordano incendi, scoscendimenti e alluvioni a partire dal quindicesimo secolo. Già nel passato gli uomini si organizzavano per combattere boschi, cascine o case in fiamme ma, mancando totalmente di mezzi adatti per questa lotta impari, era impresa ardua. Bisognerà attendere il ventesimo secolo per vedere la nascita del primo, ufficiale ed organizzato, Corpo Pompieri.
Anno 1927, nei tempi duri della ripresa del dopoguerra: la vita, anche nella Carvina, s’aggrappava ai campi e ai boschi, unici spazi per chi non aveva scelto la strada dell’emigrazione. La volontà di difendere ad ogni costo la vita delle persone ed il territorio, fece da traino alla fondazione di un Corpo Pompieri. I verbali annotano quattordici nomi: Angelo Cona, Giovanni Leoni, Andrea Leoni, Giuseppe Regazzoni, Antonio Petrocchi, Luigi Morandi, Paolino Petrocchi, Battista Gioveni, Pietro Minelli, Edoardo Gamboni, Carlo Camponovo, Tobia Pianezzi, Viero Pedretti e Roberto Rangoni.
Grazie alla determinazione ed all’impegno di questi uomini, si mise in moto la storia del Corpo Pompieri di Rivera, che diventerà di fatto il Corpo Pompieri della Carvina. L’avvio non fu certo semplice: occorrevano fondi per comperare picconi, badili, tubi e scale, e fu quindi necessario organizzare, con serietà ed impegno, tombole, feste campestri e lotterie. Iniziò pure l’attività teorico-pratica del Corpo, formato dagli stessi fondatori, ai quali si aggiunsero via via alcuni nuovi volontari.
Il comandante dei Pompieri di Bellinzona, ing. Kronauer, arrivava una volta al mese per l’istruzione: come affrontare un incendio, come salire sulle scale, come soccorrere i feriti. In mancanza di sirene, era la campana della chiesa parrocchiale che chiamava a raccolta i pompieri e avvertiva la popolazione del pericolo. Campana a martello significava: fuoco, slavine, ladri, disgrazie. L’occasione per sfruttare i primi insegnamenti non tardò molto. In maggio scoppiò un pauroso incendio nella segheria Manetti.
I pompieri vi accorsero portando scale e tubi su un vecchio carro. L’opera fu apprezzata e un quotidiano del tempo riportò quanto segue: «All’incendio della segheria Manetti i pompieri, trovatisi in paese, furono sul posto in venti minuti. Il lavoro da loro svolto fu riconosciuto dalla lod. Municipalità, dalla popolazione e dalla spett. famiglia Manetti, che volle fare un dono ai pompieri». Questa testimonianza del tempo sottolinea la grande importanza data al lavoro svolto dai pompieri e la riconoscenza dimostrata da tutti coloro che avevano vissuto l’evento.Furono molti, già nei primi anni di attività, gli interventi del Corpo Pompieri. Alcuni tragici ed impressionanti, come l’incendio del cascinale di proprietà Petrocchi a Carona o quello del 1931 al deposito Ruegg & Co., ditta intenta alla costruzione della seconda galleria ferroviaria del Monte Ceneri. Chi era presente, racconta di scoppi e fuochi come d’artificio (saltarono le bombole d’ossigeno, i recipienti del carburante, le latte con il materiale infiammabile) e ricorda come i Pompieri di Rivera, dopo un lungo e spossante intervento, riuscirono a circoscrivere il fuoco e a salvare dei macchinari indispensabili per la costruzione della galleria.
Nel 1932 il Comune acquistò per il Corpo la prima motopompa (costo franchi 3.500), mezzo utilissimo, grazie al quale gli interventi dei Pompieri divennero più rapidi ed efficaci. La guerra, poi, regalò loro un vecchio automezzo (già al servizio della Croce Rossa) che dAuto Delange attrezzata per il trasporto dei militiurò fino al 1959: si trattava di una «Delage», in seguito attrezzata a dovere per il trasporto dei militi. Intanto gli interventi si susseguirono; all’incendio di case o stalle si aggiunsero ogni anno gli incendi nei boschi. Tristemente famosi sono rimasti, nei ricordi, gli incendi alla Motta di Camignolo e quelli a Mezzovico, Monte Ceneri, Vira e Bironico, tutti scoppiati nel 1934. Con il tempo, anche il Corpo Pompieri di Rivera divenne autonomo: comandanti e sottufficiali frequentarono regolarmente i corsi d’addestramento e d’istruzione organizzati dal Cantone. Per contro, anche i compiti aumentarono; i pompieri divennero il simbolo della sicurezza e non c’era manifestazione importante che non li vedesse partecipi. Nel 1953 la sirena sostituì la campana a martello e con lei se ne andò un lungo periodo di storia. I vecchi fondatori lasciarono il posto ai giovani, le vecchie attrezzature furono sostituite. Nel 1959 entrò in funzione una comoda e moderna jeep, a sostituzione della gloriosa «Delage», e l’anno successivo venne benedetta la bandiera del Corpo. Nel 1961 arrivò una nuova motopompa e nel 1977, in occasione dei festeggiamenti per il 50° anniversario del Corpo Pompieri, furono pronte le divise nuove.
A partire dagli anni ’80 il nostro territorio si è trovato confrontato con l’insediamento di numerose nuove attività industriali e con un continuo aumento del traffico su strada e ferrovia, in particolare quello delle merci. Questi fattori hanno comportato la necessità di adeguare sia i mezzi a disposizione del Corpo, sia l’istruzione dei militi. In seguito al cambiamento delle esigenze, le autorità cantonali fecero uno sforzo notevole sia per la formazione dei pompieri, sia per incrementare l’efficacia di intervento. A questo scopo dal profilo materiale dotarono il Corpo pompieri di mezzi e attrezzature al fine di renderlo sempre più efficiente e in grado di affrontare al meglio le nuove sfide che si presentavano. Nel 1987 arrivò l’autobotte che favorì una maggior rapidità di intervento; qualche anno più tardi furono sostituite le tradizionali scale in legno con quelle in alluminio, più leggere e maneggevoli. Nel 1990 venne aggiunta anche una motopompa con accensione elettrica; nel 1992 al Corpo fu assegnato un moderno veicolo di primo intervento predisposto per essere in seguito equipaggiato con 4 apparecchi di protezione della respirazione, ricevuti poi nel 1998. Nel 1996 fu predisposto un moderno sistema di allarme tramite pager in dotazione ai militi, che permise tra l’altro l’istituzione di un picchetto di primo intervento. Nel 1998 il Corpo si è equipaggiato di un Pinz-gauer, adatto in particolare per far fronte a incendi boschivi, e da ultimo nel 2001 il Dipartimento delle finanze ha messo a disposizione del Corpo un bus per il trasporto degli uomini.
L’obiettivo prioritario attuale è quello di conferire al Corpo pompieri un’efficienza tale, in ogni settore, che permetta interventi rapidi, sicuri e precisi, in ogni momento e in qualsiasi luogo del settore di intervento. Esigenze che naturalmente richiedono a tutti – dal Comandante Gabriele Ghilardi ai quadri e ai militi – un’efficienza irreprensibile ed un allenamento che consentano di affrontare con sicurezza anche le situazioni più difficoltose. A tale scopo ai nostri pompieri è richiesto un maggior impegno nel campo dell’istruzione, per i corsi di introduzione e di perfezionamento. A questo proposito nel corso dell’anno vengono svolte regolarmente diverse manovre e sono previsti corsi regionali, cantonali e federali nell’ambito dell’istruzione di ogni pompiere, ufficiale e sottufficiale.
Delle ulteriori esercitazioni particolari sono inoltre previste per i portatori di apparecchi per la protezione della respirazione, mezzo sempre più utilizzato in caso di intervento. Il Corpo pompieri di Rivera oggi è realmente il Corpo pompieri della Carvina e il suo settore di intervento comprende il territorio che va da Sigirino a Isone. Malgrado sicurezze e raccomandazioni, ogni anno i vigili devono intervenire per domare incendi di stabili o di boschi.
I commenti sono di uno dei pompieri
Tutti questi episodi ci ricordano quanto siano grandi l’impegno e la serietà dei militi volontari: un lavoro, il loro, voluto ed accettato per il bene della gente dei nostri paesi.
La struttura del territorio del Canton Ticino ha da sempre favorito la propagazione degli incendi boschivi. Per questo motivo sin dall’inizio del secolo si rese necessaria l’organizzazione di squadre di spegnimento. Questo compito era allora di competenza dei Comuni ed ognuno di essi aveva la facoltà di decidere sulle modalità che più riteneva opportune. In seguito la competenza decisionale e organizzativa passò al Cantone. Dopo varie modifiche legislative in materia di organizzazioni comunali o consortili per fronteggiare questo tipo di sinistro, negli anni Settanta si delineò l’idea di principio di coprire tutto il territorio del Cantone con dei Corpi di pompieri di montagna. I primi furono costituiti negli anni Ottanta. Per poter far fronte in modo rapido ed adeguato agli incendi dei boschi, vennero creati anche nella Carvina i gruppi dei pompieri di montagna. Un’istituzione che si rivelerà provvidenziale e che verrà a completare l’opera del gruppo pompieri già esistente.
Come il termine specifica, i pompieri di montagna vengono chiamati quando scoppiano incendi nei boschi. Nella Valle Carvina vi sono attualmente 5 gruppi di pompieri di montagna. Uno a Rivera (cdt Fraschina Bruno), Bironico (cdt Silvano Cattani), Camignolo (cdt Cesare Breda), Medeglia–Isone (cdt Gualtiero Richina), Mezzovico– Vira–Sigirino (cdt Edo Canepa). Ogni gruppo di pompieri è formato da una ventina di volontari che ricevono un’istruzione tecnica e tattica da parte del loro comandante. Dotati di piccoli mezzi di spegnimento adatti in particolare per incendi di boschi (motopompe, soffiatori, apparecchi ricetrasmittenti, etc.) i pompieri di montagna hanno dimostrato in questi ultimi anni di costituire una forza indispensabile in casi di grandi incendi. Come lo è stato ad esempio quello del 1997, già citato in precedenza, che ha richiesto la mobilitazione di tutti i gruppi della Carvina. Oltre alle giornate di istruzione obbligatorie vengono svolti anche parecchi lavori di manutenzione di sentieri e pulizia dei boschi, attività indispensabili per prevenire il pericolo di incendi. Attualmente è in atto lo studio per una riorganizzazione dei Corpi pompieri a livello cantonale. Per quanto ci concerne sicuramente in futuro alcuni dei Corpi pompieri di montagna del nostro comprensorio verranno integrati nel Corpo pompieri urbani di Rivera. Questa necessità di riorganizzazione è dettata anche dalla sempre crescente collaborazione (ora tramite un servizio picchetto) e alla prontezza di intervento dei mezzi aerei.